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Intervista di Keri Gonzato per Cooperazione, Ticino, Switzerland

Devakrishna Marco Giollo, pittore, artista e «ricercatore» spirituale, porta sulle sue tele la nuova consapevolezza acquisita con la meditazione.

Devakrishna Marco Giollo è una persona intensa e così è la sua vita. Riavvolgendo la bobina e tornando indietro, si incontra una manciata di momenti cruciali che hanno definito la rotta della sua esistenza in modo radicale. La prima epifania è stata quando ha scoperto di amare l'arte.

«Allora ero attratto dagli studi di architettura ma, ben presto, mi resi conto che la mia sensibilità era catturata dal lato creativo del mestiere ma che tutti i numeri, le formule e i calcoli che ci stavano attorno non facevano per me», spiega Devakrishna M. Giollo. A quel punto si iscrive allo CSIA, dove si sente subito a casa: «Ho avuto la fortuna di avere insegnanti brillanti, tra cui Bruno Monguzzi, Nag Arnoldi, Piffaretti, Clais ed altri che ha lasciato un'impronta indelebile nel mio modo di fare arte».

Segue il corso di arti decorative, l'unico che una volta finiti gli studi lasciava senza una professione ben precisa se non quella dell'essere un artista. «Molti mollarono, dai circa 40 del primo anno resistemmo solo in meno di 8». Devakrishna Marco Giollo non ha però mai avuto paura del futuro incerto, sentiva che questa era la sua strada. Ben presto scopre cosa gli piace fare con i materiali e i pennelli e nascono i primi quadri: sono carichi, stratificati e allo stesso tempo molto estetici e armoniosi, aspetti che continuano a caratterizzare le sue grandi opere di oggi. Uno di questi quadri è appena stato selezionato per partecipare ad un concorso, lo Swiss Artist Contest 2012, con l'esibizione collettiva organizzata dal Kunst Forum International. Ma per scoprire cosa si nasconde dietro ai molteplici strati di pittura e oggetti che impreziosiscono le opere dell'artista oggi, bisogna nuovamente fare un bel salto indietro e tornare ai suoi 18 anni «quando ho fatto le valigie, anzi nemmeno quelle in verità, mi sono semplicemente preso in mano e sono partito lasciando un Ticino che iniziava a starmi stretto.».

Devakrishna M. Giollo è sempre stato alla ricerca di quel nocciolo di verità celato. L'arte fine a se stessa non gli è mai interessata quindi, appena finita la scuola, appende i pennelli e le spatole al chiodo e parte alla ricerca di sé stesso. Per molto tempo vive in viaggio, motivato da una passione bruciante che lo spinge a saggiare la vita in tutte le sue forme.

Quando arriva in India, nel 1976, entra in contatto con l'esperienza della meditazione e la sua vita subisce una nuova inversione di rotta: «Dopo aver sperimentato tutto il possibile andando verso l'esterno, ho iniziato un viaggio dentro di me». In India incontra Osho, che diventerà il suo maestro spirituale, e si ferma nel suo ashram a Puna, dove «l'energia era fortissima e sosteneva le persone nel risveglio della propria consapevolezza». In quel periodo riceve un nuovo nome che diventa un simbolo del suo percorso come ricercatore spirituale. Il nome che l'ha accompagnato da quel momento è Devakrisha, che in sanscrito significa «divina consapevolezza».

Fino al 1998 dimentica la pittura e si dedica interamente alla meditazione e alla musica, «che mi permetteva di esprimermi in modo più immediato e fresco». Vive in India, ma anche in Australia, in America e in Asia. Da quel momento in poi il significato della sua ricerca ha assunto un senso ancora più definito, un significato che oggi si rivela nei suoi grandi quadri monocromatici.

L'anno 2000 marca un altro passaggio importante con il suo rientro in Svizzera. Da allora vive a Basilea con la sua compagna Meera in una splendida casa dove celebrano il culto di ciò che è bello. A Basilea riprende a dipingere regolarmente, con il desiderio di sperimentare la sua nuova consapevolezza nell'arte pittorica. Girando per il mondo ha raccolto frammenti - monete, pizzi, gioielli, tappi di bottiglie, ritagli di giornale. - che riprendono vita sulle sue tele. Queste opere non sono frutto di un concetto studiato, ma nascono dallo spazio della meditazione: «Se sono in balia delle emozioni o delle aspettative, smetto immediatamente, torno in atelier solo quando sento nuovamente quello spazio di pace interiore - spiega -. Voglio che ogni mio gesto sia totalmente assorbito nell'azione del creare».

Quando crea, parte dalla spazzatura che trova dentro di sé, da quei tappi e da quei ritagli che si accumulano nel tempo, e la espone alla luce delle sue tele. In questo atto creativo accade la magia più grande: la bruttezza si trasforma in bellezza. «A livello simbolico, esternamente, la mia arte porta un messaggio ecologico e invita a utilizzare creativamente gli scarti per rendere il mondo più bello. A livello intimo, invece, si tratta di trasformare il proprio mondo interiore, trascendendo le emozioni negative e grossolane, e tornando all'essenza, tramite la consapevolezza e la meditazione». Per Devakrishna Marco Giollo esiste una verità basilare: «Bisogna prima di tutto esporre ciò che non ci piace, che giudichiamo brutto e che magari ci fa paura : solo dall'accettazione può partire un vero cambiamento».

Il risultato della ricerca interiore di Devakrishna Marco Giollo non stupisce. I suoi quadri, di fronte ai quali è difficile rimanere indifferenti, sono infatti intensi e potenti.

Il suo sito internet: www.giollo.com

L'esposizione: Kunst Forum International collective exhibition

13. Ottobre - 10. Novembre 2012

Seefeldstrasse 10 CH - 5616 Meisterschwanden

In pillole

Devakrishna Marco Giollo Devakrishna Marco Giollo È nato a Bellinzona nel 1953. Scopre la passione per l'arte con gli studi alla CSIA. Una volta diplomato sente il bisogno di partire alla scoperta del mondo. Da New York ad Hong Kong espone le sue opere in molti angoli del globo. Tra un viaggio e l'altro capita in India, dove conosce il maestro spirituale Osho e inizia a meditare. Questa trasformazione personale si riverbera in un nuovo modo di fare arte: «Il mio messaggio è di trasformare la bruttezza in bellezza, l'oscurità in luce, in una sorta di processo alchemico». Dal 2000 è tornato a vivere e a dipingere in Svizzera: vive a Basilea con la moglie Meera, ma visita spesso il Ticino nella casa di famiglia nel nucleo di Magadino. Il suo lavoro è stato selezionato per la mostra collettiva allestita, fino al 13 novembre, presso il Kunst Forum International a Meisterschwanden (nel canton Argovia), nell'ambito dello Swiss Artist Contest 2012.

Keri Gonzato
Scrittrice creativa, giornalista freelance e organizzatrice di eventi
laughing_gecko@yahoo.com
keriswriting.wordpress.com

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